Da La Repubblica Napoli del 7 ottobre 2019, articolo di Cristina Zagaria
Lungomare, è scontro: “Privatizzato” Bassolino contro l’uso ripetuto dell’area per ospitare fiere: “Si fanno pure controlli per passeggiare, incredibile” Ma l’organizzatore di BaccalaRè Varriale: “Non sequestriamo la zona, sono i controlli antiterrorismo imposti dallo Stato“
«Scusi, deve aprire lo zaino». Una ragazza bruna con un metal detector portatile ti ferma sul lungomare, all’ingresso della nera di BaccalaRè. Bisogna aprire le borse e passare i controlli. L’area a ridosso della rotonda Diaz è chiusa e sorvegliata, le bici devono deviare dalla pista ciclabile e non si può scendere a mare. All’inizio si rimane un po’ straniti: «Sono le norme antiterrorismo», spiega la ragazza con un sorriso. Gentile anche il ragazzo all’ingresso della spiaggetta di Mappatella, chiusa anche questa dalle transenne e sorvegliata. Antonio Bassolino, che la domenica ama correre sul lungomare, su Facebook attacca: «Prima la Villa comunale in condizioni ancora penose e poi lungo il suo fianco la Festa del baccalà, che viene dopo le precedenti feste della mozzarella di bufala e della pizza. Ora io sono un appassionato del baccalà, della mozzarella e della pizza: ma perché queste feste si devono fare in un luogo delicato e unico come via Caracciolo invece che alla Mostra o in altri luoghi più adatti alle fiere? Per di più il tratto che costeggia il mare ed è di fronte ai gazebo del baccalà è chiuso da transenne e si fanno controlli per poter accedere e passeggiare: incredibile».

Per Bassolino «la via più bella di Napoli, frequentata da tante famiglie, è di fatto privatizzata». I gazebo non sono sul lato mare, il panorama (tutelato dalla soprintendenza e patrimonio pubblico) è libero, tranne tré stand, proprio all’altezza della Rotonda Diaz, (occupati da un’azienda di farine, prodotti senza glutine e materassi) che bloccano parzialmente la vista sul golfo. Per il resto la passeggiata all’interno dell’area è a ingresso gratuito e libera, ci sono tantissime famiglie, bambini con i monopattini, ragazzi con scope e palette che puliscono continuamente e tutte le bevande e le pietanze son vendute in vetro e materiali riciclabili. Sono le sei del pomeriggio, il Napoli gioca, e mentre la città è deserta nell’aria della fiera ci sono tante mamme con bambini e tanti turisti. «Adoro il baccalà e un piatto costa pochi euro. I controlli? Nessun problema: è cosi in tutto il mondo, anzi da noi, in Inghilterra, sono più severi», dice Marck, 19enne che viene da Manchester e passeggia con la fidanzata Abigail. Fabio Pica, chef, alza le spalle: «Comunque questo è un tratto di lungomare già chiuso la traffico… non so quale sia il problema». E Rosario Izzo, altro espositore: «È un’occasione per movimentare l’economia e creare occasioni sociali. In tutto il mondo ci sono fiere nelle piazze cittadine e ci sono i controlli. È per la sicurezza».
Netta anche la risposta all’ex sindaco di Napoli di Vincenzo Varriale, organizzatore di BaccalaRè: «Non siamo certo noi che sequestriamo il lungomare: l’antiterrorismo prevede, in caso di manifestazioni tanto ampie, controlli ai varchi di entrata per garantire la sicurezza dei cittadini». E conclude: «II rispetto di queste regole ci costa non poco, ma è un discorso di sicurezza previsto dallo Stato». All’interno della fiera ci sono tanti ragazzi impegnati per la vigilanza e come hostess: «Meno male che ci sono questi eventi e che abbiamo lavoro». E anche chi è in fiera approva. Una per tutte, Carmela Rossetti, 22 anni: «I controlli? Sono tutti gentilissimi. Abito al Rione Sirignano ed è bello vedere questa zona animata. Dovrebbero solo aggiustare i marciapiedi».